La Bella di Cerignola è la più grande oliva del mondo. Di colore verde o nera, questa varietà tipica della Puglia ha conquistato le tavole di tutto il mondo grazie alla sua altissima qualità. Da sempre la sua coltivazione è un’attività di grande rilievo per Cerignola, comune in provincia di Foggia nel Nord della Puglia, da cui il frutto prende il nome.
In questa cornice, l’azienda agricola Fratepietro coltiva queste olive speciali, rispettando i cicli stagionali della natura. Per preservare la bellezza e l’integrità, lo staff raccoglie le olive a mano direttamente dall’albero quando sono giunte al giusto grado di maturazione. Accuratamente selezionate, vengono trasformate e conservate in acqua e sale, secondo le antiche ricette di famiglia.
La coltivazione e la lavorazione dell’oliva Bella di Cerignola ha origini secolari. Si presume possa essere stata introdotta dagli Aragonesi durante la dominazione del Sud Italia del ‘400, tesi avvalorata dal fatto che per i popolani volgarmente fosse chiamata “oliva di Spagna”, ma è anche possibile che questa derivazione provenga dall’acquisizione del metodo spagnolo “sivigliano” per la lavorazione e conservazione del prodotto. Delle fonti indicano infatti si tratti di una varietà di ulivo autoctono e già coltivata dagli antichi Romani con il nome di “Orchites”; l’etimologia del nome latino conferma una maggiore veridicità, proprio perché suggerisce l’esatta forma del frutto, ed inoltre queste piante non esistono altrove.
La diffusione e commercializzazione del prodotto comincia a partire dai fenomeni migratori verso gli Stati Uniti, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui ha raggiunto un’espansione mondiale. Nel 1930 l’oliva Bella di Cerignola è riconosciuta da una commissione tecnica come la migliore cultivar da mensa.